Se io, Valentina, non avessi deciso di dare fiducia ad un datore di lavoro che mi stava prendendo a scatola chiusa, lasciando una strada sicura dopo anni di ricerche e voglia di sicurezza, probabilmente oggi non saremmo qui. Io e Fede ci siamo conosciuti a lavoro.
Quasi compagni di scrivania, Fede mi prendeva in giro perché mangiavo sempre, soprattutto caramelle e mandarini. Da buona terroncella, l'argomento cibo mi sta molto a cuore, mentre per Fede saltare qualche pasto non sarebbe una sciagura.

Non è stato un colpo di fulmine ma una conoscenza graduale. Infatti, abbiamo capito che c'era qualcosa che andava oltre l'amicizia dopo ben 3 anni. Un periodo di gestazione molto lungo insomma. 
Galeotti furono una serie di avvenimenti: l'invio di alcuni messaggi che divennero una conversazione infinita e che mai più si interruppe, in cui tra l'altro Fede si propose di preparare una cena a base di sushi perché qualche anno prima aveva frequentato un corso di cucina giapponese e che sto ancora aspettando.
Un venerdì pomeriggio in cui Fede rimase in ufficio quasi 3 ore oltre l'orario (evento più unico che raro) solo per parlare di cinema e di film, grazie ad un mega file di excel. Una cena al ristorante "La Pesa" in cui non successe minimamente nulla, nemmeno un bacio, ma che fece capire ad entrambi che le cose in comune erano davvero molte.

Fede su questo punto sottolinea che, anche dopo, gli abbia fatto passare le pene dell'inferno prima di rendermi conto che fosse l'uomo della mia vita.
E questo è il motivo per cui ci ha messo così tanto a fare la proposta - semplice ma molto carina e intima. Voleva essere sicuro che gli dicessi di sì, cosa che effettivamente è avvenuta. I said yes. ​​​
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